Capsula Endoscopica Videocapsula

La capsula endoscopica  è un esame diagnostico incruento che permette di esplorare il tratto dell’intestino tenue. Questo tratto intestinale, lungo dai 6 agli 8 metri, decorre dal legamento di Treitz alla valvola ileocecale. Non è raggiungibile né dal Gastroscopio né dal Colonscopio. Per fare questa endoscopia si deve utilizzare l’Enteroscopio a doppio pallone, che è un endoscopio molto lungo. Questa procedura si chiama enteroscopia e le manovre per arrivare così in profondità sono difficoltose e necessitano di una sedazione profonda. Essa viene riservata ad esami operativi.

La videocapsula endoscopica invece è un esame non invasivo, esclusivamente diagnostico, in quanto non consente interventi operativi né i prelievi bioptici. Essa ha tuttora come specifica indicazione lo studio del piccolo intestino. Recentemente si sta cercando di mettere a punto questa metodica per valutare il colon, ma questa seconda indicazione non è ancora operativa.

La microcapsula viene ingoiata e trasmette le immagini al computer durante il suo tragitto nel canale digerente. La capsula viene espulsa con le feci nelle successive 24-48 ore e non è riutilizzabile. Essa contiene una batteria e una fonte di luce. La durata dell’endoscopia capsulare è di 8 ore, il paziente può svolgere le sue normali attività: potrà bere dopo 2 ore dall’assunzione della capsula e mangiare dopo 4 ore.
Le dimensioni della capsula sono di mm. 11 × 26; pesa 3,7 grammi e cattura un’immagine sul monitor con angolo di 140°. L’involucro esterno è trasparente nella parte frontale davanti all’obbiettivo ed è composto di materiale plastico biocompatibile ed indigeribile. La capsula endoscopica è in grado di acquisire due immagini al secondo, per la durata di circa otto ore dalla sua attivazione che corrisponde all’autonomia delle batterie.
Le immagini vengono trasmesse ad un registratore digitale per mezzo di otto sensori applicati all’addome del paziente. Il registratore è sostenuto da un apposito involucro.

L’esplorazione del piccolo intestino può essere effettuata con esami della radiologia tradizionale, come il Rx Digerente Tenue Seriato o il più selettivo Clisma del tenue. Naturalmente le metodiche radiologiche non consentono la visione diretta della mucosa intestinale. Più recenti metodiche sono la Entero-TC e la Entero-RM, che hanno tuttavia la medesima limitazione.

L’indicazione alla videocapsula per lo studio dell’intestino tenue viene posta quando la gastroscopia e la colonscopia hanno dato risultato negativo. La metodica è utilizzata in caso di sanguinamenti occulti ed oscuri, per il morbo celiaco refrattario, per il morbo di Crohn, per il sospetto tumore del tenue, per sospetti danni da FANS o radioterapia, per sospetta poliposi intestinale.

Controindicazioni dell’esame sono la presenza di un restringimento del tratto gastrointestinale, di disfagia, di fistola intestinale, di diverticoli, di gravidanza, di presenza di pace-maker.

Preparazione alla videocapsula del tenue

La preparazione prevede il digiuno per 12 ore prima dell’esame. Essa comprende l’assunzione di lassativi osmotici la sera prima, a dosaggio ridotto rispetto alla preparazione intestinale per la colonscopia. In particolare si consiglia l’assunzione di 2 litri della diluizione di Selg Esse 1.000. La mattina dell’esame il paziente sarà digiuno ed assumerà 3-4 cucchiani di Mylicon gocce per ridurre il gas intestinale. Dopo aver ingoiato la videocapsula, potrà bere dopo due ore dopo e mangiare 2 fette biscottate 4 ore dopo. Durante l’esame il paziente può dedicarsi alle sue abituali attività, ma deve evitare l’esposizione a campi magnetici, come il metal detector delle banche. Dopo otto ore il paziente consegnerà il registratore, dal quale si scaricheranno le otto ore di registrazione in un apposito computer, con un software che compatta le immagini in un video di 45 minuti. La capsula verrà espulsa insieme alle feci nelle 24-48 ore seguenti.

Dal 2010 è in commercio una capsula con una angolo di ripresa di 360° e una regolazione dinamica dei fotogrammi al secondo che varia a seconda della velocità della capsula nell’intestino, influenzata dai movimenti peristaltici. Con queste innovazioni tecnologiche l’endoscopia capsulare sta provando ad essere utilizzata anche per il colon , che ha maggiore diametro del tenue .

Preparazione per la videocapsula del colon

Se l’esame è quello della videocapsula per il colon , che è ha le limitazioni note, legate al maggior diametro del viscere, la preparazione sarà moto più gravosa, perchè è essenziale per una riuscita dell’indagine.
Essa prevede, il giorno precedente una dieta solo liquida con esclusione di latte e succhi di frutta. Alle ore 18 assunzione di 3 litri di soluzione di PEG.
Il giorno dell’esame alle ore 6 assunzione di un litro di soluzione di PEG.
Alle ore 7:45 1 compressa di domperidone da 20 mg con un bicchiere di acqua.
Alle ore 8:00 avviene l’ingestione della capsula con un bicchiere d’acqua. Alle ore 10:00: assunzione di 45 ml di soluzione di NaP (Fosfato di Sodio) + 1 litro d’acqua ed alle ore 14 assunzione di ulteriori 30ml di soluzione di NaP + 1 litro d’acqua.
Alle ore 15 è consentito un drink di integratori e di elettroliti.
Alle ore 16:30 somministrazione di una supposta da10 mg di Bisacodile.

Lo stato dell’arte di questa tecnica per il colon è lontano da un utilizzo di massa. Gli autori delle ricerche cliniche in corso riferiscono che la sensibilità e specificità della videocapsula nella diagnosi di polipi del colon, ma anche di adenomi e cancri avanzati, è più bassa rispetto agli standard della colonscopia tradizionale. La sensibilità è nettamente influenzata dal livello di preparazione intestinale. La capsula ha una sensibilità bassa anche per lesioni di grandi dimensioni, come i carcinomi già invasivi.
L’esame inoltre è incompleto in circa il 10% dei soggetti esaminati. La preparazione intestinale è particolarmente gravosa perché prevede, oltre a quella standard per la colonscopia, l’ulteriore assunzione di due dosi di soluzione di fosfati. È noto che i lassativi a base di fosfati sono sconsigliati per i possibili danni sulla funzione renale osservati anche in soggetti sani.

Riassumendo possiamo concludere che la Capsula Endoscopica  o videocapsula non sostituisce né la Gastroscopia  né la Colonoscopia , ma rappresenta uno strumento di indagine diagnostica aggiuntivo e complementare.
II limite maggiore di questa metodica è che si presta solo allo studio dell’intestino tenue, nonostante le innovazioni tecniche della più recente microcapsula per il colon .

La metodica è importante per la ricerca delle cause di sanguinamento oscuro, per valutazioni del morbo di Crohn, per il sospetto di poliposi intestinale ed per lo studio della celiachia refrattaria. L’indagine con videocapsula è controindicata in pazienti portatori di pace-maker cardiaci o di altri dispositivi elettromedicali, in pazienti gastroresecati o con restringimenti noti a carico dell’apparato digerente. Nei casi in cui ci sia il sospetto di una stenosi intestinale per pregressa chirurgia o per malattie infiammatorie, si può somministrare preventivamente al paziente la “Patency o capsula fantasma”. Questa non richiede alcuna preparazione e la sua utilità è quella di controllare la pervietà dei tratti intestinali. Infatti la capsula Patency è costituita da metilcellulosa, lattosio e solfato di bario ed inizia a dissolversi a contatto con il contenuto intestinale dopo 40 ore dall’ingestione. Nel caso non si ritrovi nelle feci dopo un certo periodo è possibile confermare la sua persistenza nell’intestino con un sistema di rivelazione a radiofrequenze o con una verifica radiologica.

L’utilizzo della capsula endoscopica del tenue deve essere riservata a pazienti selezionati, dopo valutazione specialistica e negatività degli esami endoscopici più routinari, anche in considerazione dei costi che non sono trascurabili. Per la videocapsula del colon bisogna ancora attendere miglioramenti tecnici.

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