Gonfiore allo Stomaco

Cosa significa dispepsia

Dispepsia

Dispepsia  è un termine medico, poco usato dalla popolazione generale, che deriva dal greco antico “dus-pepsys” (dus= male; pepsys= digerire) e significa cattiva digestione.

Il significato si è poi esteso ad indicare disturbi della parte alta del canale alimentare.

Ricordo che, per parte alta del canale alimentare, s’intende quella porzione del canale digestivo che va dalla bocca al duodeno.

Dal punto di vista della divisione dell’addome in nove quadranti, la parte superiore del tratto digestivo corrisponde alle regioni dell’epigastrio, dei due ipocondri e del mesogastrio alto, che sono i quadranti dell’addome, posti al di sopra della linea dell’ombelico.

La dispepsia  indica quei fastidi, che sono avvertiti in queste regioni della parete addominale.

Come si manifesta

I disturbi dispeptici, spesso, ma non sempre, sono legati all’assunzione di cibo, e si manifestano con gonfiore, eruttazioni, acidità, nausea, talora vomito. Soprattutto il sintomo gonfiore è frequentissimo nella popolazione e, nella società occidentale, dove i ritmi di vita sono stressanti ed il tempo dedicato all’alimentazione è limitato, è un disturbo che risulta molto invalidante e determina limitazioni alla vita sociale e di relazione.

Classificazione

Il termine dispepsia  è poco conosciuto e poco usato, perché si tende ad utilizzare il termine della patologia organica, corrispondente ai sintomi. Si parla invece appropriatamente di dispepsia funzionale, dopo aver escluso tutte le possibili lesioni organiche causali, sia con l’esame fisico obiettivo, clinico e anamnestico, che con le indagini di laboratorio e strumentali di imaging. Questa diagnosi  è appropriata anche quando, dopo gli opportuni accertamenti, le anomalie o le lesioni documentate, sono tali che non possano essere responsabili dei sintomi, come per esempio un aumento del colesterolo ematico, che non si correla ai sintomi dispeptici.

I sintomi della dispepsia  possono essere molteplici e vanno dal dolore alla bocca dello stomaco  al senso di fastidio gastrico e possono far pensare ad un’ ulcera , ad un tumore , alla calcolosi della colecisti , a malattie motorie dell’ esofago  e dello stomaco.

Una prima grossa classificazione distingue la dispepsia in secondaria ed essenziale.

La diagnosi si fa eseguendo accertamenti , i più importanti dei quali sono la gastroscopia  e l’ecografia dell’addome superiore.

La dispepsia sarà secondaria quando viene accertata la patologia organica che la determina. Sarà essenziale o idiopatica quando, eseguendo tutti gli accertamenti opportuni, non emergono dati patologici.

Gonfiore

La dispepsia essenziale rientra nel vasto capitolo dei disturbi funzionali gastrointestinali, dei quali più volte parlo in questo mio sito professionale. Questi disturbi sono oggetto di studi continui da parte dei Ricercatori clinici e farmacologi, per la loro alta prevalenza nella popolazione occidentale, con conseguenti elevati costi sociali e sanitari.

Della stessa entità nosologica fanno parte alcune forme di malattia da reflusso , come ad esempio quella etichettata come esofago  ipersensibile, la maggior parte delle forme di intestino irritabile  e le algie neurologiche addominali e pelviche.

Giova stressare il concetto che, il fatto di non trovare la causa organica del disturbo, non significa sottovalutarlo o, tanto meno, negarlo. Oltre ai costi sociali e sanitari, è importante che tutti noi Medici ricordiamo che questo tipo di disturbo è spesso molto invalidante e compromette significativamente la qualità e lo stile di vita del Paziente, trasformandosi spesso anche in un danno economico. L’elevato grado di empatia ed emotività che lo accompagna, peggiora significativamente le cose.

Oltre ciò, è importante che tutti noi Operatori Sanitari abbiamo chiaro il concetto che non è possibile, come talora purtroppo accade, anche se sempre meno, dopo la presa di coscienza del problema, lasciar trapelare un senso di rassegnazione alla sofferenza, che questi disturbi funzionali determinano.

Esistono farmaci che risolvono, o, quanto meno, riducono il problema, e Specialisti che se ne occupano a tempo pieno, riuscendo a rendere accettabile la qualità di vita.

Le Ditte Farmaceutiche sono alla continua ricerca di soluzioni, con grande impegno nella ricerca scientifica.

Alcune soluzioni terapeutiche ed alcuni farmaci risultano costosi e poco accessibili per i Pazienti. È compito delle Società Scientifiche anche farsi da tramite con le Istituzioni per riportare i disagi e le necessità degli Assistiti.

Etiologia

Sono state indagate numerose possibili cause di dispepsia  funzionale. Le alterazioni motorie e della sensibilità nervosa sensoriale sono imputabili nella genesi del disturbo. Un ritardo dello svuotamento gastrico è stato segnalato in alcuni studi, in altri un mancato rilasciamento del fondo gastrico, che ha la funzione di accoglimento del cibo introdotto. La motilità gastrica è stata indagata e, solo per scopi di ricerca, viene utilizzato un registratore dell’attività elettrica dello stomaco, che si chiama elettro-gastrografo. L’ Helicobacter Pylori  è stato considerato come potenziale agente causale dei disturbi, anche quando non ha o non ha ancora determinato danni mucosali. Ma questo punto di vista è oggetto di controversie ed esistono pareri discordi. Alterazioni neurologiche della percezione degli stimoli nocicettivi sono state chiamate in causa e inducono all’utilizzo di neuro-farmaci che elevano la soglia di percezione dolorosa.

Terapia

Sulla base delle suddette supposizioni diagnostiche e, soprattutto, sulla base della valutazione clinica, vengono proposte ed utilizzate terapie, che molto spesso hanno una valenza empirica e suggerita dal sintomo. Nella sindrome dispeptica dismotility-like, cioè la forma che mima disturbi motori, possono essere efficiaci i procineciti. Nelle forme ulcer-like, cioè quelle che si manifestano con la sintomatologia della malattia ulcerosa, gli antiacidi sono consigliabili. Nelle forme che simulano una calcolosi biliare, gli acidi biliari ed i blandi antispastici inducono un relativo benessere. Esistono poi tutte le forme miste, per le quali la valutazione è soggettiva e la terapia è ad essa conseguente. Certamente, gli studi gastroenterologici hanno evidenziato una buona riuscita terapeutica con l’utilizzo di farmaci neurologici, somministrati non con lo scopo di un’azione sul sistema nervoso centrale, bensì sul sistema nervoso enterico, il nostro così detto “secondo cervello”.

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