FAQ Appendicite e peritonite

Bisogna vedere se la diagnosi di appendicite  è certa. Quando ha disturbi, faccia un esame del sangue, delle feci e delle urine. Se è un'appendicite , si avranno anomalie dell'emocromo con globuli bianchi e VES elevati.

Ci sono anche altre patologie dell' apparato digerente , che possono evolvere in peritonite , come per esempio la colecistite , la diverticolite , il morbo di Crohn. La peritonite  presenta rischi che è meglio evitare, intervenendo preventivamente. La prima cosa da fare, come Le dicevo, è accertare la diagnosi. Dopo di ciò, il comportamento e le decisioni terapeutiche saranno consequenziali ed in rapporto alla valutazione clinica della gravità dell’infezione.

L’appendicite  è l'infiammazione ed infezione di quel piccolo tratto intestinale , vermiforme, che si trova subito a monte della valvola ileo - cecale. Essendo una piccola “appendice”, appunto, può essere tolta senza conseguenza alcuna per l'organismo. Ma, poiché ogni intervento chirurgico, in quanto tale, comporta qualche se pur minimo rischio, si prova prima a trattare medicalmente la patologia. Se la terapia non è efficace o non viene eseguita per il tempo dovuto o se l'infezione è difficile da debellare, l'infezione da acuta può diventare sub-acuta e poi cronica. Con una terapia antibiotica seguita correttamente e che sortisca un buon effetto, l'intervento può essere evitato, pur rimanendo in vigile attesa. Se la forma acuta è severa e viene diagnosticata in ritardo, l’appendice  può perforarsi e si ha allora la peritonite , che in questo caso va operata in urgenza.

La peritonite  è una complicanza grave e molto spesso capita perchè non si è fatta diagnosi tempestiva della patologia originaria che la provoca. Quindi occorre dare il giusto peso a quei sintomi che indicano la presenza della malattia, che può poi evolvere in peritonite. Quindi occorre consultare il proprio Medico, quando si avvertono sintomi, come quelli che Lei mi descrive, che fanno pensare ad un'appendicite. Oppure quando si hanno i sintomi di un’ ulcera gastrica  o duodenale , di una colica biliare, di una diverticolite , di un morbo di Crohn. Il Medico di Famiglia valuterà quali accertamenti eseguire per una diagnosi di certezza o se consultare lo Specialista Gastroenterologo.

I sintomi dell'appendicite acuta  possono essere più o meno importanti, a seconda della gravità dell'infezione e dell'infiammazione. Possono variare da una semplice dolenzia al fianco, che può essere scambiata per una manifestazione della sindrome dell'intestino irritabile , a dolori più forti, come fitte o pugnalate, che si irradiano in genere verso il basso, cioè verso l'inguine e la gamba. Può manifestarsi una variazione dell'alvo, con iniziale stipsi  seguita da emissione di feci poltacee o francamente diarroiche. In casi più gravi sono presenti vomito e febbre. I sintomi della peritonite  sono ancora più gravi e comprendono un dolore importante a tutto l'addome, che diviene intrattabile con postura obbligata del paziente in posizione fetale, cioè con gli arti flessi sul tronco per ridurre il dolore. Sono frequenti febbre e vomito ed il Medico di Pronto Soccorso dovrà decidere per l’intervento in urgenza.

L’ecografia dell’addome può dimostrare l’infiammazione e l’edema dell’appendice cecale. In casi particolari si può eseguire la TAC. Per lo più il Medico ritiene importanti i valori elevati dei globuli bianchi. Se parliamo di evoluzione in peritonite , il quadro clinico può presentare shock e sepsi ed è opportuno operare in urgenza.

Un antibiotico a largo spettro per solito riesce a controllare l’infezione. La terapia risolutiva rimane quella chirurgica, anche se alcuni recenti studi rivalutano la terapia medica. Se l’infezione è circoscritta alla regione appendicolare e non è presente un ascesso, verificabile all’ecografia o alla TAC, ci si può aspettare che la terapia antibiotica sia sufficiente. Se la forma infettiva è grave e complicata, con shock e sepsi, l’intervento chirurgico è mandatorio.

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