FAQ Colonscopia virtuale

L’accuratezza diagnostica è simile a quella della colonscopia normale per l’identificazione di polipi maggiori o uguali a 1 cm. La sensibilita’ dell’esame virtuale diminuisce sempre più per polipi di minori dimensioni.

La durata dell’esame e’ di 10 minuti, il tempo che impiega l'apparecchiatura TAC ad eseguire le scansioni.

E’ meno invasivo della colonscopia  convenzionale, perchè non viene inserita la sonda endoscopica all'interno del colon, ma viene introdotto attraverso il retto un catetere per insufflare aria nell’intestino.

La TC-Colografia (come sarebbe corretto definire la Colonscopia Virtuale) prevede per il soggetto basse dosi di raggi X, considerando la celerità dell'acquisizione delle immagini. Tuttavia il potenziale danno da raggi X a basse dosi, come è il caso della colonscopia virtuale, esiste. Secondo alcuni autori queste dosi di raggi X possono provocare mutazioni e quindi favorire lo sviluppo di tumori maligni. In un soggetto di oltre 60 anni questa possibilità è considerata dello 0,01%. Studi condotti su popolazioni professionalmente esposte non hanno evidenziato un aumento dell'incidenza di tumori a dosi anche 30 volte superiori rispetto a quelle utilizzate per la colonscopia virtuale.

No, l'ausilio della sedazione profonda non è possibile, perchè l'esame deve svolgersi con il paziente sveglio, che deve cambiare posizione secondo le necessità del medico esaminatore.

Nella maggior parte dei casi non e’ prevista l’introduzione di mezzo di contrasto attraverso la sonda nel colon. La somministrazione endovenosa viene usata per una valutazione dettagliata di tumori stenosanti ed in qualche caso per migliorare la visione del viscere.

La colonscopia virtuale non è un’alternativa alla colonscopia tradizionale, ma può essere un completamento, nei casi in cui questa non sia stata completa. Perciò è complementare alla colonscopia convenzionale.

I risultati di un importante studio clinico americano sulla colonscopia virtuale, coordinato dalla Mayo Clinic di Rochester, riferiscono di 2610 esami in soggetti di età superiore a 50 anni con identificazione del 78% di adenomi con un diametro di 6 o più millimetri e del 90% di quelli di diametro superiore ai 10 millimetri. Questi valori sono poco inferiori a quelli noti per la colonscopia convenzionale. Nel 2008 negli Stati Uniti la colonscopia virtuale è stata inserita nelle linee guida dell'American Cancer Society come test per la diagnosi precoce in soggetti con età superiore a 50 anni. Ma il suo utilizzo, in programmi di screening finanziati dallo Stato, non è autorizzato, poiché mancano studi di confronto tra l'efficacia ed il rapporto costo/beneficio tra la colonscopia virtuale ed i test utilizzati oggi nei programmi di prevenzione.

Nel caso di perdita di sangue con le feci c'è una elevata probabilita’ di avere un polipo nel colon o una malattia infiammatoria dell’intestino. Per i pazienti con questo sintomo l’esame di scelta è la colonscopia tradizionale, che permette la visione diretta della mucosa, l’eventuale asportazione del polipo e la biopsia intestinale, se occorre, durante la sua esecuzione.

La preparazione e’ la stessa. Oggi, in alcuni centri radiologici è prescritta l'assunzione per bocca di mezzo di contrasto iodato sciolto in acqua, che serve per “marcare” le feci, in modo da distinguerle dai tumori o dai polipi dell'intestino. Per questa opzione non è necessario assumere lassativi e perciò questa preparazione è tollerata meglio. Non tutti i radiologi sono favorevoli a questo nuovo tipo di preparazione e molti continuano a preferire la preparazione con lassativi.

No, il paziente e’ libero di seguire il suo normale regime alimentare.

La videocapsula e’ un esame completamente differente dalla colonscopia virtuale, sia per strumentazione utilizzata, sia per le indicazioni cliniche. Questa è una capsula che viene ingoiata dal paziente, trasportata dai movimenti dell’intestino e poi espulsa con le feci. E' fornita di una microcamera che acquisisce immagini e le trasmette ad un registratore fissato sull'addome del paziente. Essa è utilizzata per esaminare l’intestino tenue, nei casi di anemizzazione di origine ignota, per documentare cause di sanguinamenti occulti, nei casi di sospetta malattia infiammatoria intestinale a carico del piccolo intestino o di morbo celiaco refrattario. Essa non richiede esposizione a radiazioni. La videocapsula per il colon invece è ancora allo studio in alcuni Centri Universitari, ma i risultati non sono ancora soddisfacenti, a causa del maggiore diametro del viscere rispetto all'intestino tenue, motivo per cui l'acquisizione delle immagini della videocapsula risulta incompleta.

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