FAQ Epatiti

Le transaminasi sono enzimi contenuti nel fegato e si ritrovano elevate nel sangue quando le cellule epatiche muoiono: si definiscono per tale motivo indici di necrosi. Le cause per cui le cellule epatiche muoiono possono essere varie: un'infezione virale, un'intossicazione, una malattia autoimmune, un impedimento al flusso della bile, un accumulo di minerali come il ferro o il rame. Quando le transaminasi sono molto elevate (anche cento volte il loro valore basale) si parla di patologia acuta: per esempio l'epatite virale acuta. Quando sono poco elevate (5-10 volte il loro valore basale) si parla di una forma cronica.

Un’epatite virale cronica può determinare questo valore ematico, ma ci sono altre cause di aumento delle transaminasi, come un'intossicazione da farmaci, una steatosi, la malattia celiaca e un cattivo deflusso della bile. Nella cirrosi, invece, le transaminasi sono spesso poco alterate o nella norma, perchè il processo infiammatorio e di necrosi delle cellule epatiche si è esaurito, per far posto alla fase successiva di fibrosi epatica.

L'epatite virale A è un’epatite virale acuta, causata dal virus A detto HAV. Il virus si trasmette per via orale con alimenti infetti (frutti di mare, verdure non ben lavate e contaminate da escrementi di pazienti infetti). In questo caso le transaminasi sono molto elevate.

L'epatite B è quella causata dal virus B dell'epatite (HBV). Questo virus si trasmette attraverso contatto con sangue o con secrezioni infette (sperma, secrezioni vaginali, saliva). La forma acuta passa spesso inosservata e guarisce completamente nel 95% dei casi, con la formazione di anticorpi, come se ci si fosse vaccinati. Nel 5% dei casi il virus e l'infiammazione rimangono, determinando il quadro dell'epatite virale cronica da virus B.

L'epatite virale C è quella causata dal virus C dell'epatite (HCV). È un virus che si trasmette in modo simile al virus B (contatto con sangue o con varie secrezioni infette). Anche l'epatite C decorre nella maggior parte dei casi silente, ma tende a cronicizzare in oltre la metà dei casi. La malattia viene diagnosticata quasi sempre come forma cronica.

La ricerca ematica dei marcatori virali permette di conoscere il virus responsabile della epatite virale. Se non si repertano virus, bisogna ricercare altre cause. L'anamnesi del paziente ci dice se abbia assunto alcol, farmaci o sostanze dannose per il fegato o se sono presenti sintomi di altre malattie, che coinvolgono il fegato: malattie autoimmuni o infettive come la mononucleosi o altre.

Il fegato è un organo molto complesso, che svolge moltissime funzioni. Non esiste una terapia univoca, bensì esistono molte terapie per ciascuna malattia che compromette una specifica funzione. Spesso si tratta di terapie di supporto, laddove la terapia etiologica universale è il trapianto epatico, che va riservato a casi specifici. Per la patologia virale infettiva la terapia in uso da molto tempo è il riposo ed una nutrizione appropriata, spesso a mezzo di fleboclisi. Attualmente ed in casi da valutare con lo specialista Gastroenterologo Epatologo si può far ricorso agli anti-virali di ultima generazione. Nel caso della epatite C, a contrastare la tendenza alla cronicizzazione, può essere indicata una terapia con interferone, che può essere risolutiva nell'eradicare il virus o comunque ritarda l'evoluzione in cirrosi. L'astinenza dall'alcol e la sospensione dei farmaci tossici è indicata nei casi specifici.

La causa più frequente nel bacino del Mediterraneo è l'infezione da virus C. La steatosi epatica è una forma di sofferenza epatica non virale. E' determinata dall'accumulo di grasso all'interno delle cellule epatiche e può essere dovuta all'abuso di alcol etilico (frequente nei Paesi anglosassoni). In altri casi è conseguenza di malattie metaboliche come l'obesità, la cattiva alimentazione, le dislipidemie. In casi più rari l'epatite cronica può essere dovuta a disturbi congeniti del metabolismo come le tesaurismosi, il morbo di Wilson, l'emocromatosi o a malattie autoimmuni come il Lupus Eritematoso Sistemico (LES) o le epatiti croniche autoimmuni.

L'epatite virale cronica non dà sintomi importanti e può essere diagnosticata casualmente in occasione di esami di laboratorio. I sintomi sono di poco conto ed aspecifici, come l'astenia e la mancanza di appetito. Sintomi più importanti e gravi come l'ittero, l'ascite o le emorragie digestive si presentano quando l'epatite cronica è già evoluta in cirrosi epatica.

L'aumento di 5-10 volte i valori delle transaminasi deve essere costante nel tempo e mantenersi per un periodo di 6-8 mesi. Allora è indicativo di epatite virale cronica. Possono essere presenti incrementi di altri enzimi epatici, come la fosfatasi alcalina e la gamma-glutamil-transferasi e delle gamma-globuline nel quadro proteico elettroforetico.

L'ecografia non permette la diagnosi di epatite cronica. Può documentare un abnorme accumulo di grasso nel fegato ed escludere altre malattie del fegato e delle vie biliari (calcoli, tumori, cisti), possibili cause delle alterazioni dei dati di laboratorio. La gastroscopia è necessaria nel follow-up per escludere le varici esofagee e quindi l'insorgenza di ipertensione portale.

La biopsia epatica consente di prelevare, con un ago sottile introdotto nel fegato, un pezzettino di tessuto per eseguire l'esame istologico. Esso fa sapere quanto sia attiva la malattia e se vi siano segni di fibrosi e cioè di trasformazione in cirrosi. Queste informazioni talora sono necessarie per indirizzare la terapia.

Per l'epatite da virus B da molti anni è in vigore la vaccinazione di massa in età scolare. Per l'epatite A la vaccinazione è indicata solo per soggetti a rischio di diffusione endemica (cuochi, operatori turistici). Per il virus dell'epatite C la vaccinazione non è ad oggi disponibile.

La terapia con i farmaci anti-virali di ultima generazione è opportuna per tentare di eradicare il virus e ritardare l'evoluzione fibrotica.

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