FAQ Sangue occulto fecale e calprotectina

L’abbreviazione sta per Sangue Occulto Fecale ed indica la ricerca di laboratorio, effettuata su di un campione di feci, per documentare l’eventuale presenza di sangue non visibile ad occhio nudo.

La ricerca del sangue occulto fecale serve a sapere se, nell’organismo del soggetto in esame, esiste una perdita di sangue nel canale digestivo. Ovviamente la ricerca viene condotta allorquando esiste il sospetto clinico, ma non è presente un sanguinamento macroscopico. L’esame viene anche effettuato come test di screening per il cancro del colon , associandolo spesso al dosaggio della calprotectina fecale.

Certamente sì, in quanto quest’esame è più sicuro e non è gravato dai molti falsi negativi o falsi positivi della ricerca del sangue occulto.

Vuol dire che spesso la negatività del sangue occulto non significa che sicuramente non ci sono tumori  o polipi. Questi possono sanguinare o non sanguinare, o sanguinare a fasi alterne, per cui non si è certi che l’esame sia effettuato nel momento giusto. I falsi positivi sono così definiti quando la positività non è dovuta al cancro , ma ad altro motivo, come per esempio le emorroidi  o altra causa di gemizio ematico ovvero a non accorta preparazione prima del test.

Anche qui dobbiamo distinguere. L’esame con il test al guaiaco non distingue tra sanguinamento dello stomaco  o del colon  e tra sangue umano o sangue di provenienza alimentare. Invece i più recenti test immunologici, che dosano la globulina umana, non vedono i sanguinamenti alti (per esempio da esofagite o da gastrite ), perché la proteina arriva in forma digerita e scissa, però non confondono il sangue di origine alimentare. In quest’ultimo caso, non occorre perciò una dieta rigorosa.

Bisogna spazzolare i denti con delicatezza per evitare sanguinamenti gengivali, non bisogna assumere sostanze che possano irritare le mucose intestinali e possano far uscire un po’ di sangue, bisogna evitare l’indagine in caso di malattia infiammatoria in corso.

È preferibile di no, per evitare una contaminazione. Esegua il test dopo 1-2 giorni che il ciclo è terminato.

Questa non è una controindicazione. Può farlo tranquillamente.

Il test serve ad evidenziare il sangue occulto, Nel caso sia visibile, non ha senso eseguire l’esame. Deve aspettare un periodo in cui le emorroidi  non sanguinano. Senta il Suo medico per curare le emorroidi  e poi esegua il test.

In alternativa potrebbe eseguire un clisma opaco a doppio contrasto o, meglio, la TC-Colografia o Colonscopia Virtuale. Tenga conto però che questi esami radiologici non possono dare un’indicazione su di un eventuale stato flogistico, che spiegherebbe la positività del sangue occulto. Inoltre, non identificano lesioni di piccole dimensioni e, in ogni caso, non è possibile eseguire né una biopsia né la polipectomia. Per cui, nel caso, dovrebbe ripetere la preparazione per fare la colonscopia tradizionale.

La videocapsula per il colon  non è validata dai pur numerosi studi comparativi che sono stati fatti e si stanno facendo. La videocapsula è piccina, rotola nel colon  e le immagini acquisite non sono esaustive di tutta la superficie interna del viscere. Inoltre, la preparazione intestinale deve essere accuratissima e quindi occorre assumere un maggior numero di soluzioni lassative.

polipi  ed i tumori  in fase iniziale sanguinano ad intermittenza, per cui può succedere che il test, anche in presenza di una lesione, risulti negativo. Per aumentare la probabilità di identificare un sanguinamento è opportuno ripeterlo periodicamente. La frequenza ottimale è quella annuale, con variazioni da caso a caso, in funzione dell’anamnesi e della clinica.

E’ sempre opportuno rivolgersi al proprio Medico, se insorgono sintomi nuovi, in presenza di una variazione delle abitudini intestinali, se si vede sangue nelle feci macroscopicamente, in caso di sensazione di fastidio rettale dopo l’evacuazione, in caso di dimagramento non giustificato dalla dieta, in caso di dolori addominali: sono situazioni che si definiscono come sintomi d’allarme.

Dipende dalla valutazione clinica e dalla Sua anamnesi. È impossibile dare un’indicazione univoca.

Certamente gli anti-coagulanti favoriscono i sanguinamenti, ma non si può escludere che una lesione polipoide possa averlo determinato. Può ripetere il test, dopo aver interrotto per un certo periodo la terapia, seguendo l’indicazione del Suo Medico curante o Cardiologo, ovvero predisporre una colonscopia , sostituendo l’anticoagulante che assume, con un prodotto analogo, ma non ad azione prolungata. In tal modo, subito dopo l’esame, può tornare alla terapia solita, avendo risolto ogni dubbio. Anche in questo caso, però, è bene che Lei abbia l’avallo del Suo Medico.

Le feci possono essere prese in qualsiasi momento della giornata. Fare in modo che non si mescolino all’acqua del vater, per esempio sistemando uno strato di carta igienica nello stesso vater, evitando che le feci vadano giù e permettendo di eseguire il prelievo. Oppure si può defecare in un contenitore come un vaso da notte.

Le feci si prendono con la spatolina, fornita insieme al vasetto contenitore, che si acquista in farmacia. È bene prendere 3 o 4 campioni dalla superficie delle feci, prendendoli in punti diversi. Se Le è stato richiesto l’esame su tre campioni, è necessario raccogliere le feci come esposto, ad ogni evacuazione di feci, per tre volte consecutive. Le feci vanno portate in Laboratorio entro poche ore oppure conservate in frigorifero.

Valori elevati di calprotectina nelle feci si riscontrano nelle malattie infiammatorie croniche dell' intestino (Colite Ulcerosa , Morbo di Crohn) e nei tumori  del tratto gastroenterico. È un indicatore importante, che non risente di un’eventuale piccolo gemizio ematico e ci fornisce un dato aggiuntivo. Può aumentare anche in caso di ulcereesofagitidiverticoliticoliti  infettive.

Questo ci indurrà a valutare l’opzione di ulteriori indagini, come la colonscopia  e la ileoscopia con esame istologico o l'ecografia dell'addome, a seconda della valutazione clinica. Valori di calprotectina entro la norma indicano invece la probabilità che non esistano patologie organiche intestinali e che eventuali disturbi siano riconducibili alla sindrome dell'intestino irritabile , ad altre patologie funzionali o alla celiachia.

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