Meteorismo addominale

Meteorismo addominale

Il meteorismo è un sintomo gastro-intestinale, caratterizzato dalla disagevole condizione di incremento dei gas all’interno del tubo digerente.
Il meteorismo funzionale è la sensazione costante e ricorrente di distensione dell’addome, non sempre associata ad una distensione visibile, indotta dalla presenza eccessiva di azoto, ossigeno, idrogeno, monossido di carbonio e metano, che normalmente sono presenti nell’ intestino  in quantità tra i 100 ed i 150 ml. L’eccesso di gas può accompagnarsi ad eruttazioni, flatulenza, dolore ed alterazioni dell’alvo ( diarrea  e stipsi ), determinandosi un quadro nosografico definito sindrome dell’intestino irritabile.

Il termine “Meteorismus intestinalis” deriva dal greco meteoros = sollevare, stare in alto, per indicare un accumulo di gas, che, se non evacuato, risale nel tratto gastro-intestinale. Infatti i gas tendono ad andare verso l’alto, determinando una fastidiosa tensione addominale, mentre, se vengono emessi attraverso la flatulenza, si ha un sollievo dal sintomo. Con il termine “pancia gonfia” o aerofagia i pazienti intendono questo disturbo, dove il tratto intestinale interessato è lo stomaco  ed il gonfiore si presenta spesso associato al pasto. Il termine più idoneo in tal caso è quello di dispepsia , con aerofagia e fenomeni di eruttazione. Quando è interessato il tratto digestivo inferiore, è più corretto parlare di meteorismo e flatulenza.

La quantità di gas all’interno dell’ intestino  è abbastanza costante e varia da 100 a 200 ml. La quantità dei gas realmente prodotta è molto maggiore ed è regolata dal transito intestinale e dall’evacuazione del gas in eccesso. I gas entrano nell’organismo con la deglutizione, si producono con le reazioni biochimiche e con la fermentazione batterica intestinale e sono diffusi a partire dal sangue. Escono dall’organismo per assorbimento da parte della parete intestinale, per escrezione respiratoria, per sintesi batterica e per evacuazione dall’ ano.

Un’eccessiva produzione può essere influenzata da un eccedente introito di fibre alimentari (soprattutto la pectina), la cui riduzione si dimostra spesso benefica. L’eccesso di gas nell’ intestino  dipende anche dalla durata del transito: più è lento, più la produzione sarà importante e legata alla costipazione.

L’ intestino , tramite la peristalsi, mette in movimento, insieme al materiale fecale, i gas prodotti, in modo da evacuare l’eccesso di essi. In alcuni pazienti vi è un rallentamento della propulsione, con presenza di stitichezza e formazione di sacche gassose. Anche lo sfintere anale  ha un ruolo, perchè normalmente il gas è evacuato con l’associazione di una leggera contrazione dei muscoli addominali ed il rilasciamento dell’ ano. Quando è presente una discinesia addomino-pelvica, lo sfintere non si rilascia.

Il fastidio che i pazienti lamentano non è tanto dovuto all’eccesso dei gas, quanto alla loro distribuzione anormale. La ritenzione dei gas è particolarmente dolorosa quando essi ristagnano nell’ intestino tenue , piuttosto che nel colon. Naturalmente è importante la sensibilità individuale del paziente rispetto alla quantità di gas ritenuta. Studi di fisiopatologia dimostrano che la medesima quantità di gas, insufflata in diversi soggetti, genera differenti sensazioni di dolore e discomfort.

Com’è regola nei disturbi funzionali, la diagnosi di sindrome dell’intestino irritabile , con aerofagia e flatulenza, deve essere fatta solo dopo aver escluso possibili patologie organiche, che causano questo tipo di problema. Le patologie che determinano un gonfiore addominale, con senso di eccessiva tensione, per abnorme contenuto gassoso dello stomaco  e/o dell’ intestino , sono molteplici e possono essere: un attacco di appendicite , la calcolosi della colecisti , il cancro del colon , la cirrosi epatica , la colecistite , la colite infiammatoria, l’ epatite , la presenza di fibromi uterini, la fibrosi cistica, la gastroenterite virale, le parassitosi intestinali, come la Giardiasi, l’intolleranza al lattosio, le intolleranze alimentari, un’occlusione intestinale, la peritonite, la Sprue tropicale, il tumore dell’ovaio, l’ ulcera duodenale  o gastrica.

Le cause del meteorismo possono essere di natura psicosomatica, legate a stati emotivi e rilascio di catecolamine o legate ad un’ipersensibilità riflessa con un quadro di iperalgesia viscerale e dolore neuropatico. Possono esserci patologie anatomo-funzionali dell’ intestino , come le malattie infiammatorie, oppure l’aerofagia è dovuta all’ingerimento dell’aria durante la deglutizione. La composizione alimentare inadeguata, come l’eccesso di fibra alimentare, di lattosio e di legumi, può determinare il problema. Le infezioni, le parassitosi o le tossinfezioni alimentari sono cause organiche. L’introduzione di componenti alimentari non completamente digeribili o irritnti per la mucosa intestinale (caffeina, alcol, lassativi osmotici) possono determinare la sindrome.

Gonfiore intestinale: definizione e cause. Quale dieta?

Sensazione di gonfiore

Il gonfiore intestinale è vissuto dal paziente come “tensione” accompagnata da “meteorismo”. È un sintomo tipico di molte patologie dell’apparato digerente e, come sempre in Medicina, curato trattando il disturbo primario. Questo significa che, dovendo approntare una dieta contro il gonfiore, è indispensabile ricercare l’agente eziologico che causa il problema e, solo in un secondo momento, valutare l’appropriatezza di una terapia, di un integratore o di un prodotto erboristico da banco.
Nella maggior parte dei casi, il gonfiore e la tensione intestinale sono dovuti all’accumulo di gas all’interno del tubo digerente. Questi gas provengono dall’esterno per il fenomeno dell’aerofagia, che significa letteralmente ingurgitare aria ed interessa più lo stomaco  che il colon ; oppure possono risultare da un eccessivo apporto di fibra alimentare o dell’eccessivo metabolismo batterico. Occorre indagare la presenza di intolleranze alimentari, che personalmente verifico con la ricerca delle immunoglobuline anti-nutriente, metodologia che ha un’accettabile valenza scientifica, a differenza di altre in uso, che difettano di queste caratteristiche, almeno secondo i canoni della Medicina Ufficiale. La più conosciuta delle intolleranze è quella al glutine, che si manifesta come patologia auto-immune, che il contatto dell’organismo malato con i componenti del glutine innesca. Patologia diversa è la Gluten Sensitivity, oggi molto indagata e forse sovra-stimata, che ha in comune con la celiachia l’avversità al glutine, ma non il meccanismo patogenetico immunitario.
Anche un’eccessiva ed errata attività metabolica intestinale, ad opera del microbiota, può essere causa del meteorismo, così come i così detti dismicrobismi, indotti da forme virali, dall’uso di antibiotici o da un’alimentazione scorretta.
Naturalmente la tensione addominale può avere cause patologiche più importanti, come un’infiammazione con peritonite, un’ostruzione intestinale, la calcolosi della cistifellea o altre patologie citate in precedenza, che devono essere diagnosticate dal Medico Gastroenterologo.

Dieta e integratori

La dieta per il gonfiore intestinale non è solo un regime alimentare, ma anche di comportamento, che prevede una vita sana, con pasti ad orario e regolare attività fisica, con eliminazione provvisoria o definitiva del nutriente o dell’alimento responsabile dell’intolleranza.
La componente psico-somatica del paziente è importante, anche se spesso il fattore genetico funzionale è determinante e si manifesta sotto forma di dismotilità, alterata soglia del dolore o iper-estesia viscerale, imponendo un trattamento anche psico-neuro e talvolta endocrino-farmacologico.

Tra le intolleranze merita menzione quella al lattosio, molto frequente nella popolazione adulta ed anziana, perchè essa è provocata dalla mancanza dell’enzima lattasi, presente sull’orletto a spazzola degli enterociti. Questo fenomeno è fisiologico ed inizia a partire dal periodo neonatale, in cui tale enzima è indispensabile per la digestione del latte materno. La mancanza del catabolismo del lattosio consente ai batteri intestinali di utilizzarlo per la loro fermentazione. La gravità dei sintomi dipende dalla concentrazione di lattasi intestinale e dalla quantità di lattosio introdotto.
L’intolleranza al lattosio, così come la celiachia, sono patologie carenziali croniche, che impongono al paziente indefinitamente l’astensione dai nutrienti incriminati. In entrambi i casi, la dieta di esclusione costituisce il trattamento d’elezione. Tali diete si basano rispettivamente sull’esclusione degli alimenti contenenti glutine e di quelli ricchi in lattosio.

Le gastroenteriti autolimitatesi, così definite in quanto regrediscono in autonomia, anche senza interventi terapeutici, sono di natura batterica o virale e sono causate dall’infezione degli agenti patogeni e delle loro tossine. Sono una vasta gamma di patologie differenti, che si accomunano per la sintomatologia di tipo enterico: nausea, vomito, tensione intestinale, gonfiore, meteorismo e diarrea. La complicanza più temibile in queste infezioni è la compromissione del peritoneo, con progressione in peritonite. La scelta della dieta in queste evenienze infettive può essere complessa e dipende da numerosi fattori, che devono essere valutati dal Medico Specialista  curante.

L’ostruzione intestinale è un altro evento patologico che può determinare meteorismo e può essere causata da diversi fattori patogenetici. La terapia è la rimozione del “tappo”, che limita l’avanzamento fecale e induce la fermentazione batterica. La causa più frequente di tale evento è la stipsi cronica, con formazione di un fecaloma, cioè un ammasso fecale duro e secco, che non può progredire. Ma non è raro che l’ostruzione sia determinata da un eccesso di fibre, con formazione di fitobezoari. Preventivamente è opportuno mantenere un buon apporto di fibra, senza esagerare, ed un buon livello di idratazione, che può essere potenziato da lassativi osmotici, garantendo la giusta consistenza fecale.

La calcolosi della colecisti  è una malattia che provoca la colica biliare, con dolore, vomito, talora ittero e febbre. Ma più spesso determina una sintomatologia sfumata, con un corredo di sintomi aspecifici, tra cui è presente la dispepsia , l’aerofagia ed il meteorismo. Questa patologia provoca una diminuzione del riversamento biliare nell’intestino, conseguendone una difficoltà di digestione dei lipidi, verosimilmente responsabile dell’aumento gassoso. Perciò la dieta per la calcolosi alla cistifellea prevede il mantenimento di una porzione lipidica intorno al 25% delle calorie totali e prevalentemente di tipo polinsaturo, per non peggiorare il grado di saturazione della bile in colesterolo, con insufficienza degli acidi biliari: si consiglia di utilizzare olio extravergine d’oliva, per la sua caratteristica di emulsionante.

Quando si è ragionevolmente esclusa ogni patologia organica, eseguendo opportuni e specifici accertamenti, esami di laboratorio e di imaging, prescritti dal Medico Specialista Gastroenterologo , si può parlare allora di sindrome dell’intestino irritabile. Con tale denominazione si indica un disturbo funzionale, certamente benigno, nel senso che non comporta l’aumento del rischio di tumore nè è di origine infiammatoria. Non per questo tale patologia è da sottovalutare, in quanto incide in modo significativo sulla qualità della vita. Spesso l’atteggiamento di noi Medici è sbagliato, quando siamo portati, per deviazione professionale, a minimizzare l’importanza di tali disturbi. Il fatto che non siano patologie a rischio della vita non significa che non determinino gravi stati di sofferenza. La terapia della sindrome dell’intestino irritabile  si basa spesso sulla riorganizzazione dello stile di vita, con un frazionamento dei pasti ed un bilanciamento dell’alimentazione, regolando l’apporto di fibra alimentare, probiotici e prebiotici; in questo modo è possibile promuovere il giusto ritmo dell’ intestino. L’associazione di enzimi digestivi, che integrino quelli carenti nell’organismo e riducano la formazione di gas, può dare buoni risultati. Spesso è necessario integrare con farmaci, che agiscano sulla motilità e che incidano sul sistema nervoso enterico, combinando tale azione con quella sul sistema nervoso centrale, con il quale c’è stretta dipendenza.

Dieta e integratori: i primi passi della terapia

Liberazione dal problema di gonfiore

Il meteorismo va curato inizialmente attraverso la messa in pratica di semplici accorgimenti alimentari, dietetici, ma anche comportamentali.
Al fine di ridurre la sintomatologia specifica del meteorismo funzionale, è importante rivedere la dieta e le abitudini di vita.
Nel caso in cui il meteorismo sia indotto dalla malattia celiaca o dall’intolleranza al lattosio, la dieta deve escludere qualsiasi alimento o contaminazione alimentare con la componente non tollerata. Le reazioni indotte dalle intolleranze sono estremamente individuali ma, nel caso della celiachia, il protrarsi del conseguente stato di infiammazione intestinale (oltre che ad una reazione immuno-mediata) può sfociare in complicazioni istologiche ed anatomiche della mucosa interessata.
Nell’intolleranza al lattosio non si evidenzia alcuna reazione immuno-mediata e la sintomatologia si limita alla funzione d’organo. Ma spesso l’intolleranza al lattosio non curata, così come anche la celiachia, si associa ad una riduzione significativa dell’assorbimento intestinale, con la tendenza alla disidratazione, indotta dalla conseguente diarrea essudativa od osmotica.

Nel caso in cui il paziente affetto da meteorismo non abbia ancora indagato, insieme con il suo Gastroenterologo , le possibili cause etio-patogenetiche, è buona norma attuare una serie di strategie alimentari che possano determinare la riduzione della tensione addominale. Per una dieta anti-meteorismo, empirica e non dannosa, è consigliabile:
• ridurre significativamente gli alimenti contenenti molecole irritanti per la mucosa intestinale, come gli alcolici, gli infusi del tè nero e del caffè, gli alimenti ricchi di scorie dure, come i legumi, da assumere eventualmente passati;
• ridurre gli alimenti contenenti livelli eccessivi di additivi alimentari, nonché caffè decaffeinato, bevande gassate e dolcificate, fritti, prodotti dolciari industriali, alimenti conservati;
• non consumare latte a temperature elevate, in quanto il lattosio, anche se ben tollerato, subisce una modificazione strutturale, convertendosi in lattulosio, che ha una forte azione osmotica. Evitare di consumare pane raffermo, anche quello grattugiato, in quanto l’amido, anche se precedentemente idrolizzato dalla cottura, invecchiando, subisce una retrogradazione molecolare, cioè un processo inverso della gelificazione, che lo rende poco attaccabile dagli enzimi digestivi;
• mantenere una flora batterica intestinale efficiente; è opportuno ricordare che la composizione della flora batterica intestinale è soggettiva, geneticamente determinata e successivamente influenzata dall’allattamento materno, tra le cui componenti sono presenti molecole prebiotiche ed anticorpi specifici, che intervengono nella selezione dei microorganismi che vanno a presentarsi nel lume intestinale del neonato, fin dai primi giorni di vita. L’utilizzo di alimenti funzionali probiotici (come lo yogurt) può rivelarsi utile, ma l’efficacia è estremamente soggettiva;
• garantire un apporto di fibra alimentare che si aggiri tra i 25 ed i 30g/die; questa componente va divisa in porzione solubile ed insolubile e garantisce la contrazione peristaltica di segmentazione e di propulsione fecale. La fibra fornisce molecole prebiotiche, che sono il substrato di crescita per i batteri “buoni” dell’intestino, utili nella riduzione dei fenomeni di putrefazione e ristagnamento fecale. L’apporto della fibra necessaria è garantita da alimenti vegetali, soprattutto frutta e verdura, rispetto ai cereali. E’ possibile ottimizzare il rapporto fibra insolubile/fibra solubile a vantaggio di quest’ultima, proprio assumendo questi alimenti. L’avanzamento fecale è favorito da un corretto apporto di fibra alimentare totale, prediligendo la fibra solubile, che gelificando non fermenta, e consente di ridurre lo stress intestinale, migliorando la composizione della flora batterica e riducendo notevolmente il ristagno delle tossine contenute nelle feci stesse. Un intestino più efficiente e non irritato consente di ridurre notevolmente la sintomatologia legata al meteorismo.

Sappiamo che le bibite gassate e zuccherate, così come il consumo dei legumi, come fagioli, lenticchie, ceci, piselli, favoriscono la formazione di aria nel tratto gastrointestinale. È consigliato ridurre la quantità di alimenti simili per prevenire la formazione di gonfiore addominale, caratteristico del meteorismo. La frutta zuccherina dovrebbe essere consumata lontano dai pasti, dal momento che favorisce la fermentazione; i grassi, i fritti, i formaggi fermentati e piccanti, le cipolle e le melanzane dovrebbero essere evitati, così come tutti quegli alimenti complessi che rallentano la digestione, costringendo l’apparato gastrointestinale ad un super lavoro digestivo.
I consigli dietetici sono importanti per ridurre il fastidioso sintomo del meteorismo: le verdure vanno assunte preferibilmente cotte, la frutta lontano dai pasti e va evitata quella con molte scorie e bucce, sia perché stimola la secrezione acida, sia perché sviluppa gas. È meglio cucinare cereali e derivati semi-integrali o raffinati, per evitare un eccesso di scorie, e mangiare pesce, carni bianche e uova, mentre è consigliabile eliminare i legumi o assumerli in forma di passato; si possono prendere yogurt e tè verde.
Meglio evitare invece latte, formaggi freschi e cibi grassi in genere, così come dolcificanti (sorbitolo, mannitolo e prodotti che li contengono, come le gomme da masticare senza zucchero). Anche le fibre in eccesso, come detto, possono peggiorare il quadro, quindi non troppi cibi integrali e verdure crude. È consigliabile anche evitare alcolici, caffè e bibite gassate.

Nel caso in cui il gonfiore persista e non migliori, nonostante la terapia nutrizionale ed i consigli dietetici, è possibile provare alcuni rimedi così detti naturali, di tipo integrativo. Occorre però fare attenzione perché prodotto “naturale” non equivale ad innocuità certa ed assunzione senza controllo. Come esempio per tutti valga quello delle così chiamate “erbe lassative”, che molto spesso contengono, anche a dosaggi elevati, gli stessi prodotti contenuti nei farmaci. Le sostanze che più sono utilizzate per ridurre il meteorismo sono il carbone vegetale, che è un estratto secco del legno, che tende ad adsorbire i gas intestinali. Questo è uno dei “farmaci naturali” più utilizzati in assoluto per trattare i sintomi dell’aerofagia e del meteorismo. Il carbone vegetale è ottenuto dalla distillazione secca del legno di betulla, salice o pioppo, da cui si ottiene una polvere. Esso vanta proprietà adsorbenti eccezionali, tali da inglobare l’aria in eccesso ingoiata con l’alimentazione ed il suo impiego è consigliato anche in caso di meteorismo, diarrea  e flatulenza. Il carbone vegetale esercita anche una modesta azione disinfettante nel tratto intestinale e non va confuso con le droghe carminative, in grado di eliminare e non di adsorbire i gas. Il Carbone animale è un estratto secco di scarti di macellazione animale (come le ossa) e possiede le stesse proprietà del carbone vegetale, ma è più efficace. Il Carbone officinale è un composto misto, che contiene carbone vegetale ed animale, mentre il Carbone medicato è arricchito con altre molecole utili.
Altro prodotto molto utilizzato è il dimeticone, un antischiuma, spesso associato ad antiacidi. Il dimeticone è utilizzato sia per la cura del meteorismo gastroenterico, che per l’aerofagia.

I probiotici e prebiotici sono rispettivamente i così detti “fermenti lattici”, cioè i batteri “buoni” del nostro microbiota intestinale e le sostanze organiche non digeribili, che servono al loro nutrimento e stimolano selettivamente la loro crescita ed attività. Questi sono prodotti che favoriscono in maniera diretta o indiretta l’equilibrio batterico della flora intestinale, ma a volte possono sortire l’effetto contrario a quello desiderato, giacchè, almeno nei primi giorni della loro assunzione, il loro metabolismo genera la formazione di gas.

I pre-biotici sono sostanze non digeribili, come le fibre, che, assunti a basso dosaggio, possono costituire un valido ausilio per trattare la stipsi ed il meteorismo. Esse, infatti, stimolano la peristalsi intestinale, contribuendo a ridurre il tempo di permanenza del materiale gastrico e delle tossine nel lume intestinale, favorendone l’eliminazione. Gli integratori prebiotici regolarizzano l’attività intestinale e favoriscono l’attecchimento della flora batterica simbionte. Tra questi abbiamo l’agar agar, il glucomannano, la gomma guar, la gomma Karaya, le pectine ed i semi di psillio.

Altri rimedi “naturali” sono il decotto di semi di finocchio e/o di anice, sostanze che diminuiscono il gonfiore per inibizione della fermentazione batterica. Le tisane di cumino, melissa e camomilla possiedono alcune caratteristiche pro-digestive e potrebbero indirettamente indurre la remissione del gonfiore. L’olio essenziale di mirto anche vanta proprietà digestive ed antifermentative.
In particolare:
il finocchio (Foeniculum vulgare) e l’anice (Pimpinella anisum) sono droghe carminative che diminuiscono il gonfiore grazie a molecole capaci di limitare la fermentazione anaerobia stimolata dalla flora intestinale. Il finocchio, stimolando l’attività biliare, è usato anche contro la dispepsia ed ha anche proprietà diuretiche. Il fitocomplesso è composto da fencone e da anetolo, appartenenti alla categoria di mono e sesquiterpeni. L’anice potenzia l’azione del finocchio, inibisce il processo fermentativo a livello intestinale e riduce la flatulenza e la nausea.
Il cumino (Cuminum cyminum) vanta proprietà carminative e digestive ed è un ottimo rimedio naturale contro crampi addominali e gonfiori legati al meteorismo. Si consiglia una tisana a base di cumino a fine pasto, per favorire la corretta digestione.
La melissa (Melissa officinale) ha anch’essa proprietà carminative, riuscendo i diminuire i gas intestinali. La melissa va menzionata anche per le sue capacità antispasmodiche, calmanti ed è inserita in molte formulazioni per indurre il sonno. Considerando che concause del meteorismo sono lo stress e l’ansia, la melissa è sicuramente una droga molto utile per rilassare gli organi e la mente.
Il mirto (Myrtus communis) ha il mirtolo come principio attivo, ricavato dal suo olio essenziale, che vanta proprietà digestive, stomachiche, antinfiammatorie e carminative. Esplica anche attività antifermentative, ostacolando una delle concause del gonfiore.
La camomilla (Matricaria recutita) ha potenzialità carminative, essendo in grado di togliere l’aria dallo stomaco e dall’intestino, diminuisce i dolori addominali ed i crampi. Ha proprietà antispasmodiche, antinfiammatorie, spasmolitiche e antibatteriche.

Questi integratori contro il gonfiore sono prodotti che possono coadiuvare la terapia nutrizionale, ma non sostituiscono una dieta appropriata e stilata sulla base eziologica specifica. Alcuni accertamenti diagnostici, che lo Specialista Gastroenterologo  proporrà, sono rivolti a valutare eventuali intolleranze specifiche dell’organismo in studio e quindi del paziente preso in esame, la cui individuazione è importante per escludere i nutrienti testati dalla dieta e migliorare, di conseguenza, il quadro sintomatologico. Esistono a tal proposito molti test sul mercato per le intolleranze alimentari, ma molti hanno scarsa o nulla validità scientifica. Quello che io propongo ai miei pazienti è quello che si basa sul dosaggio di “anticorpi anti-nutrienti”, documentando la presenza nel sangue di Immunoglobuline IgG contro tali nutrienti. Questo test IgG mediato è quello che ci permette di individuare, sulla base di un kit di 110 nutrienti, tutte quelle sostanze che risultano “tossiche” per l’organismo in esame, che si difende da queste producendo anticorpi. Escludendo per un lungo periodo di tempo, fin oltre 8-12 mesi, tali nutrienti, è ipotizzabile che questa reazione anticorpale si riduca o sparisca, potendo poi riprovare ad inserire gradualmente questi alimenti.

Farmaci per la cura del Meteorismo

La percezione di pancia gonfia, associata al meteorismo, è spesso correlata alla stipsi: come sappiamo, l’ intestino  mobilita i gas prodotti, in modo da favorire l’evacuazione del materiale non assorbito dall’intestino, cioè le feci. In caso di rallentamento del transito intestinale, con fisiologico movimento del gas, viene favorita la formazione di sacche gassose, responsabili del gonfiore. In tali casi è opportuno effettuare accertamenti sulle cause della stipsi e provvedere conseguentemente ad un’opportuna terapia. Saranno efficaci farmaci regolatori della motilità, l’apporto integrativo di fibre morbide, con aggiunta di pro e pre-biotici, l’utilizzo di lassativi non irritanti, come i poli-etilen-glicoli, che richiamano acqua nel lume intestinale, rendendo le feci più morbide e favorendo la progressione delle stesse e dell’aria in eccesso. In alcuni casi, necessitano farmaci procinetici specifici, di ultima generazione, come la prucalopride o la linaclotide, fino all’utilizzo degli agonisti muscarinici, come il betanecolo o la piridostigmina.

Il Dott. Antonio Iannetti parla delle malattie funzionali ospite del programma “Che Impresa”

In questa intervista ad una stazione radio-televisiva romana il prof. Iannetti conclude l’argomento della sindrome dell’intestino irritabile, parlando delle possibili cause etio-patogenetiche e delle possibilità terapeutiche.

In questa intervista dell’aprile 2022 ad una stazione radio-televisiva romana il prof. Iannetti parla della sindrome dell’intestino irritabile, in particolare del tipo a componente stitica.

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Video intervista al prof. Antonio Iannetti, gastroenterologo ed endoscopista digestivo, riguardo le patologie funzionali dell’apparato digerente, a Radio Radio By Night.

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