DEFINIZIONE

Stipsi o stitichezza Prima di dare una definizione della stipsi  o stitichezza , occorre ricordare che, nel 99% dei soggetti sani, le evacuazioni sono comprese tra tre a settimana e tre al giorno (Connell et al. BMJ 1965) e solo un terzo dei soggetti stitici lamenta evacuazioni infrequenti: la maggioranza lamenta evacuazioni difficoltose. Una possibile definizione iniziale di stipsi  è “passaggio delle feci attraverso il colon  e/o il retto  rallentato e/o difficoltoso”. Le defecazioni sono infrequenti e/o con espulsione difficoltosa. L’espulsione difficoltosa prevede la necessità di ponzamenti forzati, l’emissione di feci dure, secche, a pallini o bozzolute (vedi la scala di Bristol), la sensazione di evacuazione incompleta, con necessità di tempi prolungati e di manovre manuali. Non tutti questi sintomi e segni devono essere presenti nello stesso Paziente, ma devono essere presenti almeno due di questi sintomi nel 25% delle evacuazioni spontanee e per un periodo superiore ai tre mesi. Tempi di transito intestinale: in questo caso si visualizzano le palline radiopache nel colon destro In condizioni di normalità, la propulsione del materiale fecale arriva al retto , le feci distendono l’ampolla, determinano lo stimolo sul pavimento pelvico , il quale stimolo fa rettilineizzare l’angolo retto-anale, rilasciare lo sfintere anale interno, determinando l’ulteriore progressione del bolo nel canale anale e quindi l’espulsione. Si parla di stipsi  quando si hanno due o meno evacuazioni a settimana, quando c’è necessità di forzare la defecazione, quando le feci sono dure ed è presente la sensazione di evacuazione incompleta. La stipsi è funzionale o idiopatica quando non è dovuta ad una malattia organica, come un tumore, un restringimento del viscere o un’ostruzione, e neanche a malattie sistemiche o metaboliche (come la connettivite o il diabete). La stipsi funzionale può a sua volta distinguersi in stipsi da rallentato transito, se il transito è lento lungo tutto l’ intestino ; o da defecazione ostruita, brutta terminologia per indicare difetti espulsivi a livello della regione ano-rettale. La stipsi cronica idiopatica può presentarsi con difficoltà evacuativa, assenza di stimolo o ambedue i sintomi. Diagnosi Il Gastroenterologo  indagherà su tutte le possibili cause di stitichezza, che possono essere relative a patologie endocrinologiche o metaboliche, a gravidanza, a patologie gastrointestinali, come tumori o neoplasie. In tali casi si parla di stipsi secondaria. Per la diagnosi della stipsi , lo specialista Gastroenterologo  valuterà clinicamente il paziente, con la sua anamnesi, che comprende la storia personale, le abitudini dietetiche, l’eventuale utilizzo di farmaci. Egli farà un esame fisico al paziente, per escludere cause secondarie, ispezionando la regione perineale ed interna del retto. L’anoscopia permette di visualizzare gli ultimi centimetri dell’ intestino  e l’orifizio anale.

Accertamenti

Sulla base della valutazione clinica, lo Specialista Gastroenterologo  deciderà alcuni esami ematici da effettuare, per vedere se ci sono problemi organici, valutando gli indici di flogosi, la funzionalità tiroidea, eventuali allergie o intolleranze, come ad esempio la celiachia, o altro.

Esami strumentali di imaging

La stipsi colpisce prevalentemente il sesso femminile

Tra gli esami radiologici, sempre meno indicazioni trova l’Rx di tutto l’apparato digerente, se non per casi particolari, laddove si voglia valutare il piccolo intestino , come per esempio nel caso dell’Rx Tenue Seriato e del Clisma del Tenue. Quest’ultimo è oggi meno utilizzato, considerando la buona definizione della Entero-TC e della Entero-RM ed il fatto che è fastidioso per il Paziente. L’esame radiologico che valuta il tratto finale dell’ intestino  è il clisma opaco, che si esegue iniettando dall’ ano  un liquido radiopaco, per visualizzare l’interno del colon  e per documentare eventuali ostruzioni. Nella maggior parte dei casi, si effettua tale esame con tecnica del doppio contrasto, cioè con insufflazione di aria, per una maggiore aderenza del mezzo di contrasto alle pareti viscerali ed una conseguente migliore visibilità. Più moderno e sovrapponibile al Clisma Opaco è la TC-Colografia o Colonscopia Virtuale , che visualizza anche gli organi viciniori al colon. Questo esame, spesso invocato dai Pazienti per scongiurare la temuta Colonscopia , come del resto anche il suo antenato, il clisma opaco, non è esente da discomfort, in quanto il Paziente deve preparare il suo intestino  con lassativi e subire da sveglio l’insufflazione di aria.

Un esame radiologico molto utile ed incruento, per capire se la stipsi  è dovuta ad un transito rallentato o ad una difficoltà espulsiva del tratto distale, è quello definito “Tempo di Transito Intestinale”. Il paziente ingoia alcune palline radiopache e dopo 96 ore si verifica, con una lastra in bianco all’addome, dove esse si trovano, se ancora all’interno del canale digestivo. Sulla base di ciò, si deduce il tipo di stipsi , dalla quale il paziente è affetto. Il metodo endoscopico di imaging, cioè la Colonscopia , rimane l’esame gold standard di primo livello, perchè fa vedere direttamente l’interno del viscere, verifica un’eventuale ostruzione o restringimento di natura meccanica e permette di prelevare campioni di tessuto per esame istologico e di resecare i tumori  piccoli, che si chiamano polipi , eventualmente presenti. In casi selezionati, consente la dilatazione del viscere. L’esame è eseguibile in sedazione, cioè mentre il Paziente dorme e non avverte nessun fastidio o dolore, utilizzando, sotto controllo del Medico Anestesista, un ipnoinducente molto maneggevole, che viene metabolizzato in pochi minuti.
Nella sindrome dell’intestino irritabile a componente stitica è presente il gonfiore Palloncino per la stimolazione del retto Risonanza magnetica pelvica

World Liver Conference 2018 New York,  USA May 25-26, 2018

Prof. Antonio Iannetti. The management of functional constipation.

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